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  • Immagine del redattorePaola Cambielli

Come si è arrivati al boom del turismo di massa?

Oggi per noi è impensabile immaginare una vita senza viaggi. Vacanze rilassanti, fughe culturali, viaggi-studio: il mondo vive di turismo. Ma quali sono le origini del turismo di massa?

 

Le notizie di queste ultime settimane parlano di un evidente calo del turismo mondiale. Nel quadro della futura rinascita, pensando a quando la situazione si risolleverà, più volte si è affrontato il tema della necessità di un “diverso modo di viaggiare”. Quello che sta succedendo è sicuramente catastrofico. Pensare di prendere un aereo e partire, ad esempio, per una qualsiasi città europea è diventata la normalità più assoluta. Ma non è sempre stato così. Essendo fortemente affascinata dal passato, dai suoi eventi e dagli usi e costumi antichi, mi sono fermata a riflettere sull’argomento. E mi sono chiesta: come si è arrivati al boom del turismo di massa? Da dove nasce questo fenomeno che oggi ci è così familiare ed è entrato a far parte della nostra quotidianità?


Fin dal Medioevo, con gli scambi commerciali e i pellegrinaggi, e poi con la seconda rivoluzione culturale italiana nel 1400 le persone si spostavano continuamente da una destinazione all’altra. Ma i viaggi rappresentavano più una necessità lavorativa e data da ragioni spirituali. Nacquero importanti vie di pellegrinaggio, che già da allora iniziarono ad essere molto frequentate, come il Cammino di Santiago o la Via Francigena.


Nascita della parola turismo


Per avere una definizione più precisa del termine “turismo” dobbiamo aspettare il 1600.

Richard Lassels, un prete cattolico, nella sua opera The Voyage of Italy utilizzò per la prima volta l’espressione “Grand Tour”, per definire quel fenomeno che esplose tra i giovani aristocratici della Gran Bretagna, in particolare nel 1700, e che si diffuse ben presto in tutta Europa. La parola fa riferimento al fatto di fare un giro, detto tour in francese. Partire, quindi, per un viaggio, per girare.


Cos'erano i Grand Tour?


Dei veri e propri viaggi di istruzione, paragonabili ai nostri viaggi studio o ai progetti Erasmus. Riservati solo ai rampolli della nobiltà, rappresentavano un’opportunità unica per formarsi entrando a contatto con culture diverse dalla loro. Imparare, quindi, a vivere. Accompagnati da un tutor, approfondivano temi sociali, politici e culturali, ma allo stesso tempo potevano divertirsi, partecipare a feste e scoprire bellezze artistiche e geografiche davvero uniche. Tra le mete imprescindibili c’era proprio l’Italia, con le sue affascinanti opere d’arte classiche e antiche. Da Milano alla Sicilia, passando per Venezia, Firenze, Roma e Napoli: le attrazioni erano imperdibili soprattutto per futuri poeti e artisti. Tra quelli che rimasero più colpiti dall’esperienza del Grand Tour ci furono Byron, Goethe e Stendhal, che dedicarono all’Italia dei veri e propri capolavori letterari.

Venezia dipinta dal Canaletto (1733), uno dei pittori più in voga del '700 grazie al Grand Tour


Quando il turismo diventa di massa


Anche questa volta la protagonista è la Gran Bretagna. È grazie a Thomas Cook che si deve la nascita del turismo moderno, il cosiddetto turismo di massa, proprio come lo conosciamo oggi. E c'è anche una data ben precisa. Il 5 luglio 1841, infatti, il pastore protestante intraprese una semplice escursione in treno da Leicester a Loughborough, nella campagna inglese. Ma non era solo. Pensò infatti di portare con sé circa 500 persone, facendogli pagare 1 scellino a testa per il viaggio di ritorno. La sua fu una vera e propria idea imprenditoriale di enorme successo, destinata ad espandersi a dismisura. Da quel momento e con l'arrivo della seconda rivoluzione industriale, dove i mezzi di trasporto iniziarono ad essere più accessibili, i viaggi non erano più destinati solo ai giovani nobili, ma anche alle classi sociali medio-basse. Thomas Cook fu anche il fondatore della prima agenzia di viaggi del mondo, la Thomas Cook and Son.


Fu così che i viaggi sono entrati sempre più nell’immaginario collettivo, fino a diventare una vera e propria necessità. Dalla nascita dei viaggi organizzati il fenomeno non si è più fermato, crescendo soprattutto a livello globale. Negli anni '70 è stata istituita l'Organizzazione Mondiale del Turismo e via via si sono sviluppate forme e tipologie sempre nuove (turismo responsabile, turismo enogastronomico, cicloturismo, low cost...).


Ma oggi?


Se, da un lato, la semplicità di spostarsi anche a costi economici ha permesso di farci raggiungere ogni parte del mondo ed entrare in contatto con culture sempre diverse, arricchendoci, dall'altro è sfociata nel cosiddetto overtourism. Il turismo di massa ha assunto sempre di più una connotazione negativa. Si è arrivati all'eccesso, affollando e soffocando le mete più gettonate. Esiste una soluzione? Una delle tendenze che si sta ipotizzando per l'Italia a partire dalla fine dell'emergenza sanitaria sarà quella di puntare ad un modo di viaggiare più "sano", lontano dall'assembramento e più a contatto con la natura. Puntando sempre più sul Made in Italy.


Sarà il declino del turismo di massa?


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