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  • Immagine del redattorePaola Cambielli

Cosa si mangia a Pasqua in Italia? Cinque piatti della tradizione facili da fare in casa

Vuoi rendere la tua tavola ricca e festosa? Preparati a dilettarti ai fornelli e cucinare uno dei cinque piatti della tradizione italiana che a Pasqua non può assolutamente mancare.

 

“Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi” recita il detto. Anche se quest’anno la domenica di Pasqua sarà un po’ diversa dal solito, potrai lo stesso rendere speciale questa giornata. Il modo migliore è quello di mantenere vive le tradizioni, che spesso vanno a braccetto con la cucina. Ma quali sono i piatti della tradizione che a Pasqua non devono assolutamente mancare sulle tavole degli italiani? Ho selezionato cinque pietanze tipiche che sono diventate i simboli di questa festività. Se vuoi dilettarti ai fornelli, magari coinvolgendo anche i tuoi figli, alcune sono davvero facili da preparare in casa.


Colomba – Lombardia o Veneto?

Diverse leggende narrano che la colomba sia un dolce lombardo, risalente addirittura ai tempi dei Longobardi prima dell’anno mille. Altre invece la associano alla variante della focaccia, che per i veneti rappresenta un dolce, e riportano le origini dell’autentica ricetta a Verona, alla fine dell’Ottocento.

Fatto sta che la classica colomba che tutti conoscono fu un’invenzione della Motta negli anni ’30. L’allora direttore pubblicità della ditta milanese volle creare un dolce che avesse la stessa pasta del panettone, ma dedicato al periodo pasquale. È così che la colomba è diventata il dolce-simbolo della Pasqua italiana, il più esportato all'estero.

È fatta con farina di frumento, zucchero, uova, burro, scorze di agrumi canditi, lievito naturale, sale e glassatura alle mandorle.


Torta pasqualina – Liguria

Questa torta salata è diventata così famosa da essere replicata in molte altre regioni italiane, che l’hanno arricchita con delle varianti, ma la ricetta originale è quella genovese, conservata con cura e tramandata di generazione in generazione.

Il suo nome rende omaggio, appunto, alla Pasqua e la sua storia risale al XV secolo.

La particolarità della torta pasqualina è data dalla preparazione, che prevedeva l'uso di ben 33 sfoglie sottilissime sovrapposte l'una all'altra, in omaggio agli anni di Cristo. Ma questa era una sfida che solo i cuochi e le casalinghe liguri più esperte sapevano affrontare.

È fatta con farina, uova, olio, bietole da costa, maggiorana, parmigiano, cipolle, funghi secchi, sale e acqua. Un ultimo importante ingrediente è la prescinsêua, una cagliata che si trova solo nella zona di Genova, ma che può benissimo essere sostituita con la ricotta. È fondamentale, inoltre, che le uova sode vengano inserite intere nella farcia.


Casatiello Campania

Il casatiello è diventato un'istituzione della Pasqua campana, soprattutto per i napoletani. La sua forma rappresenta la corona di spine che indossava Gesù Cristo mentre veniva crocifisso. È una torta salata rustica lievitata molto simile al tortano, tant'è che spesso vengono associati e confusi.

La ricetta classica del casatiello prevede che l'impasto venga unito con lo strutto, che dà quel tocco di morbidezza in più. Dopo averlo steso, farcito e arrotolato, sulla sommità devono essere appoggiate quattro uova legate con rimanenti pezzetti di impasto che formano delle croci. Il ripieno è fatto con provolone dolce, caciocavallo o scamorza, salame, ciccioli, pancetta dolce, pecorino e pepe.


Pastiera – Campania

Un'altra prelibatezza diventata un classico della cucina partenopea è la pastiera. Ogni famiglia napoletana ha la propria ricetta, che ogni anno viene rispolverata per essere preparata per la domenica di Pasqua.

Anche sulle origini di questo dolce sono nascoste diverse leggende, ma una di quelle più accreditate associa la sua invenzione alle suore del Convento di San Gregorio Armeno.

Di primo acchito sembra di essere di fronte a una crostata, ma i suoi ingredienti rivelano un'esplosione di sapori e di dolcezza.

Si tratta di una torta di pasta frolla friabile farcita con un morbidissimo ripieno a base di ricotta, frutta candita, zucchero, uova e grano. La ricetta tradizionale prevede l'aggiunta di diversi aromi: cannella, canditi, scorze d'arancia, vaniglia e acqua di fiori d'arancio.


Crescia al formaggio Marche, Umbria e Lazio

A seconda delle zone viene chiamata anche Pizza di Pasqua, torta di pasqua, crescia brusca o semplicemente torta al formaggio. Già in epoca medievale, nel centro Italia si conosceva la pizza di Pasqua, dove crescia faceva riferimento alla notevole crescita dell'impasto durante la lievitazione, che poteva arrivare anche a superare di due volte il volume originale. Ma è solo nell'Ottocento che si hanno le prime testimonianze della ricetta originale. Tra gli ingredienti si nominavano 40 uova, che corrispondevano ai 40 giorni della Quaresima.

La ricetta cambia di regione in regione, ma quello che caratterizza la crescia è la sua forma. Può essere paragonata a un panettone, alto e spugnoso, ricco di formaggi. Questa torta salata lievitata è l'ideale da accompagnarla con dei salumi.

La tradizione vuole che si prepari il giovedì o il venerdì santo, per essere servita a colazione il giorno di Pasqua.


Tutti questi prodotti hanno avuto il riconoscimento P.A.T., ovvero prodotti agroalimentari tradizionali italiani.


E tu, hai già deciso cosa cucinerai la domenica di Pasqua?

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